Imparare a mangiare la pappa con gusto

A partire dal quinto mese il bebè può cominciare a essere svezzato con le prime pappe. I consigli seguenti facilitano il passaggio dal latte a un’alimentazione variata.

Prima del quinto mese sarebbe preferibile non dare nessuna pappa al neonato in quanto i suoi sistemi digerente, immunitario e metabolico non sono ancora sufficientemente maturi per elaborare cibi «sconosciuti». Tra il quinto e il sesto mese, al più tardi entro il settimo, bisognerebbe cominciare con le pappe. Crescendo il bambino ha bisogno di sempre più calorie e sostanze nutritive che a lungo andare il latte da solo non può fornire.

Chi prima, chi dopo

In genere il bebè segnala chiaramente quando è pronto per la prima pappa: dopo aver poppato il latte materno o svuotato il biberon non si mostra soddisfatto e guarda con curiosità ogni boccone che la mamma si porta alla bocca. Così facendo spalanca la boccuccia nella speranza di ricevere una forchettata di cibo. Malgrado ciò non tutti i bambini imparano subito a mangiare con il cucchiaino, che è tutt’altra cosa che succhiare il latte dal seno o dal biberon. Il piccolo deve abituarsi anche ai sapori nuovi. Certi bambini mangiano un piatto intero di pappa dopo sole due settimane, altri invece impiegano più tempo per deliziarsi con il cucchiaino e continuano a saziarsi prevalentemente con il latte materno o artificiale. Non è comunque il caso di preoccuparsi. I genitori possono lasciare al neonato tutto il tempo che gli occorre.

Vietato mangiare dal piatto della mamma

Il neonato deve attendere ancora a lungo prima di poter assaggiare ciò che mangia la mamma. Sono vietate in particolare le pietanze pesanti o che provocano flatulenza, nonché le specialità in salamoia e affumicate come salsicce o prosciutto, perché contengono nitriti che possono nuocere alla salute del bambino. Lo stesso vale per il sale da cucina, i condimenti in polvere o i brodi. È preferibile anche evitare l’aggiunta di zucchero in quanto provoca la carie e abitua il piccolo troppo presto a sapori troppo dolci. Nel primo anno di vita va evitato anche il miele, a meno che sia già contenuto negli alimenti per bebè. Il miele può contenere il Clostridium botulinum, un batterio pericoloso per i bebè. All’inizio la pappa va ridotta in purea con un po’ di acqua di cottura, mentre verso la fine del primo anno di vita è sufficiente schiacciare gli ingredienti con una forchetta.

Varietà ma non troppa

Senza l’aggiunta di sale, spezie o zucchero gli adulti considerano le pietanze insipide e sgradevoli. Per il neonato non è così: il bebè avverte i sapori dei cibi trovandoli saporiti. Inoltre il bambino non ha bisogno di mangiare ogni giorno una pappa diversa ed è contento anche se il menù è poco variato. L’apporto di tutte le sostanze nutritive è comunque garantito. Dando al neonato troppi ingredienti diversi insieme si sollecita eccessivamente il piccolo organismo. Meno alimenti diversi riceve il bebè, più facile è determinare eventuali intolleranze. Per le prime pappe si addicono le verdure dal gusto dolce come carote, patate, zucca, zucchine, broccoli e pastinache. Mele, pere e banane sono perfette invece per le pappe di frutta. Le pappe possono essere inoltre arricchite con cereali integrali.

Cucinare o acquistare le pappe?

Prima o poi le mamme si chiedono se siano meglio le pappe già pronte o quelle preparate in casa. Non è facile rispondere in quanto ambedue presentano vantaggi e svantaggi. Le pappe pronte permettono di risparmiare tempo e lavoro, sono sempre a portata di mano e sottostanno a severi controlli. È meglio scegliere pappe che non contengono troppi ingredienti e prive di sale e zucchero. Le mamme che non amano cucinare dovrebbero optare preferibilmente per le pappe con il marchio Demeter o almeno di qualità bio, leggere attentamente la lista degli ingredienti e aggiungere sempre alla pappa pronta un cucchiaino di olio vegetale (ad es. olio di colza).

Fingerfood che piace

E se a sei o sette mesi il neonato non vuole proprio saperne della pappa? Finché viene allattato al seno o con il biberon, non si manifestano carenze. Alcuni bambini amano masticare la crosta del pane e sgranocchiare pezzetti di patate o carote bollite e fettine di mele cotte, ai quali si aggiungono più avanti pasta e rondelle di banana oppure fette biscottate intinte nell’acqua o nel latte per lattanti. Dando al bambino del «fingerfood», che tra l’altro soddisfa anche il suo grande bisogno di afferrare tutto con le mani, è indispensabile che un adulto gli stia vicino qualora qualche pezzettino di cibo gli andasse di traverso.