Ragguagli sul puerperio

Generalmente le future mamme la sanno lunga su gravidanza e parto, ma sovente – soprattutto le primipare – non approfondiscono il tema del puerperio. Ecco le informazioni più importanti in breve.

Episiotomia/lacerazione perineale

L’episiotomia o la lacerazione perineale viene suturata in diversi strati (da uno a tre) in anestesia locale con un filo che si riassorbe da sé nel giro di alcuni giorni. In molte donne le ferite del parto procurano dolore per alcuni giorni o addirittura per settimane sedendosi, camminando o urinando. Generalmente sia l’episiotomia che la lacerazione perineale guariscono bene. Per minimizzare il rischio d’infezione, la levatrice Anna Heldstab Indermaur di Berneck raccomanda di osservare un’accurata igiene intima a ogni uso del wc. «La cosa migliore è spruzzare sulla ferita acqua calda alla quale sono state aggiunte alcune gocce di tintura di calendula.»
Se nella regione vaginale si è formato un ematoma, può giovare l’applicazione di un impacco freddo sul perineo (ad es. Coldpack, cubetti di ghiaccio avvolti in un panno o compresse fredde di quark ed essenza di lavanda). Uno speciale cuscino aiuta inoltre la donna a sedersi nei primi giorni dopo il parto. Se i dolori sono molto forti, è consentita la somministrazione di certi analgesici anche se la neomamma allatta.

Cicatrice del taglio cesareo

Per il taglio cesareo, la parete addominale è abitualmente suturata con apposite graffette che vengono tolte di solito dopo cinque giorni. L’intervento può lasciare una certa insensibilità attorno alla cicatrice. «Per evitare che ciò accada, è bene massaggiare frequentemente la cicatrice al più presto dopo il parto», spiega Anna Heldstab Indermaur. L’esperta consiglia di utilizzare dell’olio di enagra, una pomata cicatrizzante o una crema energizzante. Il massaggio contribuisce a ripristinare la sensibilità attorno alla cicatrice. «È importante massaggiare facendo scorrere la cute sui tessuti sottostanti. Questo movimento evita cedimenti della cicatrice o la formazione di inestetici cheloidi».

Morsi uterini

I morsi uterini compaiono solitamente alcune ore dopo il parto e stimolano l’involuzione dell’utero, che già dopo sei-otto settimane ritrova le sue normali dimensioni. Le contrazioni dell’utero producono un effetto emostatico che arresta la perdita di sangue dal punto di distacco della placenta favorendo la guarigione della ferita. Per lenire il dolore, può essere utile appoggiare dietro la schiena (mai sulla pancia!) un cuscino caldo di noccioli di ciliegia o una borsa dell’acqua calda. Il calore esercita un’azione rilassante e facilita il passaggio dei coaguli di sangue eventualmente rimasti nell’utero. Se i dolori sono molto forti, solo un antidolorifico potente è efficace. Generalmente, dopo una settimana i morsi uterini non sono più dolorosi.

Flusso puerperale

ll flusso puerperale, detto anche «lochiazione», consiste nella fuoriuscita di sangue e secrezioni uterine. Inizialmente i lochi sono di colore rosso vivo, per poi diventare rosa, marroni, giallognoli e infine trasparenti. La lochiazione dura da quattro a sei settimane e fa parte del normale processo di guarigione. Nelle mamme che allattano al seno, il flusso puerperale dura generalmente di meno in quanto l’utero si ritrae più rapidamente accelerando la fuoriuscita di liquidi. Anna Heldstab Indermaur consiglia di utilizzare solo assorbenti senza inserti in materia sintetica (ad esempio assorbenti di ovatta) e di cambiarli frequentemente. La mamma può favorire l’involuzione dell’utero e la lochiazione sdraiandosi sulla pancia due volte al giorno per mezz’ora e urinando subito dopo. È importante anche svuotare regolarmente la vescica. Se il flusso puerperale non accenna a diminuire, assume un odore sgradevole o si manifestano dolori diffusi al ventre, è indispensabile rivolgersi con urgenza alla levatrice o al medico ginecologo. Questi sintomi potrebbero indicare che all’interno dell’utero sono rimasti frammenti di placenta che ostacolano la lochiazione.

Montata lattea

Di solito il seno comincia a ingrossarsi per effetto della montata lattea due o tre giorni dopo il parto diventando turgido e talvolta doloroso. Dopo un taglio cesareo può essere necessario più tempo in quanto la secrezione dell’ormone ossitocina è rallentata. Di conseguenza il bambino non succhia a sufficienza, ciò che ritarda a sua volta il rilascio di prolattina, l’ormone che attiva la produzione di latte. Massaggiando delicatamente il seno prima della poppata è possibile aiutare a interrompere questo circolo vizioso. Inoltre, la mamma è in grado di favorire la montata lattea appoggiando il proprio bebè sul petto, pelle contro pelle. Le mamme che attaccano il neonato regolarmente al seno subito dopo il parto hanno generalmente una montata lattea meno dolorosa. Brigitte Benkert, consulente per l’allattamento IBCLC, consiglia di attaccare il bambino al seno sovente, rispettando un intervallo di almeno due ore: «Per evitare di lesionare il capezzolo, è fondamentale che il neonato succhi correttamente e nella giusta posizione.» In caso di edema dell’aureola e del seno (seni tesi e duri, aureole gonfie), l’esperta suggerisce di massaggiare dolcemente il seno e di far fuoriuscire manualmente qualche goccia di latte prima della poppata. Se il seno è morbido, il bebè riesce ad afferrare più facilmente il capezzolo e parte dell’aureola. L’applicazione di compresse e impacchi tiepidi e uno speciale massaggio per il drenaggio linfatico del seno prima di allattare contribuiscono a calmare i dolori della montata lattea. Dopo l’allattamento sono invece benefici gli impacchi freddi di quark (ad esempio con essenza di lavanda) e l’applicazione di un Coldpack (a temperatura di frigorifero).

Stitichezza

La stitichezza durante il puerperio è un problema ampiamente diffuso. Da una parte è causato dalla preoccupazione che la sutura dell’episiotomia non tenga, dall’altro dall’assunzione frequente di preparati di ferro nell’ultimo periodo prima del parto. «Il ferro favorisce la stipsi», spiega Anna Heldstab Indermaur consigliando di ridurre le dosi se il disturbo è grave e di prendere il farmaco soltanto ogni due giorni. Oltre a un’alimentazione ricca di fibre alimentari con molte verdure e prodotti integrali, possono fare miracoli i semi di pulicaria, da ingerire con sufficiente acqua. Per regolare la digestione è utile anche la riflessologia plantare.

Svuotamento della vescica/incontinenza

Dopo il parto, i liquidi accumulati in gravidanza nei tessuti vengono smaltiti molto rapidamente. La vescica si riempie in fretta, ma non sempre la neomamma se ne accorge. Capita allora che, ridendo o tossendo, l’urina fuoriesca involontariamente. Questa leggera perdita della funzione sensoriale scompare tuttavia nel giro di un paio di giorni dopo il parto. L’incontinenza vera e propria è invece tutt’altro problema. La causa dell’incontinenza urinaria e fecale risiede nell’eccessiva sollecitazione del perineo dovuta alla gravidanza e al parto, nonché a una lacerazione perineale così estesa da coinvolgere anche lo sfintere anale. Questa patologia può colpire anche le donne che hanno partorito con il taglio cesareo. La donna dovrebbe aver riguardo e rinforzare in modo mirato il pavimento pelvico già durante la gravidanza e dopo il parto, magari iscrivendosi a un corso di ginnastica post-parto o di rieducazione perineale. Le donne che hanno avuto un parto vaginale senza riscontrare problemi con l’episiotomia possono iniziare a rafforzare la muscolatura già sei settimane dopo il parto. In caso di parto cesareo, è indispensabile invece osservare un periodo di riposo di otto-dieci settimane.

Baby blues

Il «baby blues», che non va confuso con la depressione post-parto, colpisce fino al 40% delle neomamme. Le puerpere che ne soffrono sono molto sensibili, tristi, angosciate, agitate e talvolta anche irritabili. Generalmente il «baby blues» compare tra il terzo e il quinto giorno dopo il parto e si risolve in tre o quattro giorni. Il baby blues è un disturbo legato soprattutto ai cambiamenti biologici. Durante la gravidanza la placenta produce ormoni che influiscono anche sull’umore, che può subire alterazioni dopo il parto a causa del calo ormonale. Nonostante possa sentirsi giù di morale, la neomamma dovrebbe subito dedicarsi alla cura del bebè e occuparsi di tutto ciò che le compete.

Consigli: Rimedi per le ferite del parto

  • Compresse all’arnica
  • Pomata cicatrizzante all’estratto di calendula
  • Gel o pomata alla consolida maggiore (per gli ematomi)
  • Per le ferite estese o difficili da guarire, semicupi con sale vulnerario secondo Stadelmann
  • Globuli di arnica

Buona domanda: Quando posso riprendere i rapporti sessuali?

Si possono avere nuovamente rapporti sessuali quando il flusso puerperale è completamente cessato ed è tornata la voglia. Utilizzate un lubrificante, perché durante l’allattamento la vagina è più secca e la mucosa vaginale più sottile e più fragile a causa degli ormoni.